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EDITORIALE Il museo va su rotaia L’arte italiana “visita” la Sicilia.
Cinquecento anni di storia dell’arte, da Tiziano ai giorni nostri, in ottobre
hanno fatto capolino nei principali capoluoghi siciliani in una mostra
itinerante partita dalla stazione Termini di Roma. Ventidue fermate in
tutto, delle quali poco meno di un terzo hanno riguardato le stazioni di
città siciliane. Sei vagoni con i capolavori dei maestri italiani dell’arte
pittorica: Tiepolo, Fattori, Boccioni, Sironi, De Chirico, Fontana, per
citarne alcuni. Per lo più opere provenienti da collezioni private e mai
esposte al grande pubblico. Il “Treno dell’arte”, com’è stato battezzato, è
stato visitato in Sicilia da oltre trenta mila persone nel corso delle
varie soste che hanno toccato Messina, Palermo, Trapani, Siracusa,
Caltanissetta e Catania. Le prestigiose tele, distribuite nei diversi
vagoni per filoni storici di appartenenza, sono state catalogate e
raggruppate sotto la supervisione dei maggiori critici d’arte italiani, fra
i quali anche l’alto commissario Vittorio Sgarbi. Una iniziativa voluta per
incrementare il flusso dei visitatori ai musei che, in Italia, è costituito
da non più del dieci per cento della popolazione. E, certamente, non per
mancanza d’interesse da parte del pubblico quanto, piuttosto, per ragioni
logistiche: le grandi mostre si svolgono sempre tra Roma e Milano,
tagliando fuori il resto d’Italia. A maggior ragione la Sicilia, collocata
geograficamente nell’estremo sud e mal collegata sotto il profilo delle
infrastrutture: ma questo, ahinoi, è un tema di lunga data che ci
porterebbe molto lontano. I siciliani - c’era da aspettarselo - hanno
risposto con entusiasmo all’invito tant’è che assieme agli altri visitatori
del mezzogiorno d’Italia hanno trasformato il “Treno dell’arte” nel quarto
museo italiano per numero di visitatori.