EDITORIALE
I cento volti
della Sicilia, anche per Pasqua
La
Sicilia non è soltanto un’isola. E pensarla soltanto come una regione a
volte potrebbe apparire anche riduttivo, devolution a parte. Dalle piccole cose ci si accorge di quanto sterminato
sia il patrimonio di saperi e di tradizioni che riesce a custodire. E di
quanti popoli l’abbiano attraversata nei secoli. Per il numero di questo
mese il calendario ci ha suggerito di occuparci della Pasqua. Di come
questa era vissuta e interpretata dal mare all’entroterra più nascosto,
limitatamente – per quanto può competerci – ai suoi aspetti legati alla
cultura popolare. Sorpresi noi per primi, abbiamo scoperto una miriade di
feste paesane che, legate dall’unico motivo trainante della passione e
risurrezione del Cristo, prendevano spunto, talvolta, anche da antichissimi
riti pagani. Riti che nel corso dei secoli erano rimasti talmente radicati
nella cultura popolare da non
poterli far svanire nel nulla. E infatti ce li ritroviamo ancora
oggi, sia pure riletti in chiave cristiana. Di alcuni di questi riferiamo all’interno in un ampio
articolo, mentre nella sezione dedicata agli appuntamenti potrete trovare,
tra le altre cose, date e luoghi delle varie manifestazioni pasquali.
Il nostro “Primo Piano” di aprile è
riservato, invece, ai dieci anni di Palermo
apre le porte, manifestazione nata subito dopo le stragi mafiose
palermitane di Capaci e di via d’Amelio per diffondere la “cultura della
legalità” fra gli studenti e che - di fatto - è diventata un imponente
strumento di promozione turistico-culturale, con la creazione negli anni di
oltre venti percorsi cittadini di visita in compagnia dei nuovi paladini
della città: i ragazzi delle scuole. Luoghi
di Sicilia