EDITORIALE
Non c’è
rilancio turistico se manca il rispetto per la natura
“Gli
avvistamenti di alcuni esemplari di foca monaca dei giorni scorsi a Pantelleria
– aveva dichiarato lo scorso agosto Fulco Pratesi, presidente del WWF –
sono di grande importanza e confermano (…) la
necessità di iniziative di conservazione per una specie prioritaria,
considerata tra i mammiferi maggiormente a rischio di estinzione. (…) Uno degli strumenti
dovrebbe essere proprio l’istituzione del Parco Marino di Pantelleria,
previsto dalla legge quadro sulle aree protette, ma mai decollato”. A poco meno di un anno da
quell’avvistamento e dal segnale di allarme lanciato da Pratesi, l’Area
Marina Protetta di Pantelleria comincia a prendere forma. E’ stato,
infatti, sottoscritto il protocollo d’intesa tra i vari enti preposti che
dovrebbe far muovere i primi passi verso la nascita della riserva marina.
Un segnale importante, dunque, in risposta ai continui appelli delle
organizzazioni ambientaliste. Ed è per questo che dedichiamo il nostro
“Primo Piano” a Pantelleria. Ma guai a gioire più di tanto: sono state
poste le basi - ci auguriamo le più solide che sia possibile - per creare l’Area
protetta. Ma bisognerà fare in fretta. Perché le foche monache non possono
aspettare i tempi della burocrazia. E neppure il turismo e l’economia
dell’isola che attendono da anni la riserva per poter compiere un bel salto
di qualità: Pantelleria, che ha già una riserva terrestre, diventerebbe in
tutto il Mediterraneo un’isola estremamente appetibile per ricercatori e
studiosi, e anche i turisti (non certamente quelli della domenica, ma
quelli educati a un certo tipo di rapporto con il paesaggio) potrebbero apprezzare fino in fondo il
mare e il paesaggio incontaminati.
Luoghi
di Sicilia